Dio e Israele sta organizzando l'incontro&raquo

L&rsquo,giubbotti moncler;inafferrabile leader del partito di Dio Imad Mugniyah è nella lista nera subito dopo Osama bin LadenDemocratici e repubblicani si uniscono al Congresso nell'esprimere sostegno ad Israele aggredita dali Hezbollah, sulle prime pagine dei quotidiani campeggiano le foto dei cittadini israelo-americani uccisi in Galilea o con la divisa di Tzahal, gli analisti rimproverano al premier israeliano Ehud Olmert un eccesso di prudenza, i maggiori network tv raccontano le operazioni in Libano con la stessa accuratezza riservata a quelle americane in Iraq e il presidente George W,gucci. Bush descrive il conflitto in Libano come un confronto fra «il terrore e la libertà». Per comprendere come l'America sta vivendo lo scontro bellico non basta tenere presente il solido legame, strategico e morale, che unisce Stati Uniti e Israele,piumini moncler. C'è dell'altro. «Gli Hezbollah sono l'organizzazione terroristica che ha ucciso più cittadini americani dopo Al Qaeda» dice Patrick Clawson, direttore del Centro studi del Washington Institute. Questo macabro secondo posto è legato alle gesta di un super-terrorista, il libanese Imad Fayez Mugniyah secondo solo a Osama bin Laden nella lista dei ricercati dell'Fbi. Classe 1962, originario del villaggio di Tayr Dibba nel Libano del Sud, volontario nel 1976 nella Forza 17 di Yasser Arafat e cecchino anti-cristiano a Beirut, Mugniyah deve la sua fama di terrorista al fatto di essere considerato dai servizi di intelligence come il regista di alcuni dei più gravi colpi messi a segno contro gli Stati Uniti: gli attacchi kamikaze a Beirut contro il comando dei marines (241 morti nel 1983) e l'ambasciata Usa (12 morti nel 1984), il dirottamento di un jet della Twa nel 1985 ed i rapimenti di ostaggi in Libano, da Terry Anderson al colonnello William Buckley (poi assassinato). Sospettato di legami con Al Qaeda a partire dal 1993 sarebbe stato sempre lui a pianificare l'attacco del 1996 contro la caserma dei marines a Khobar, in Arabia Saudita,gucci outlet, che causò 19 vittime e si ritiene sia coinvolto anche negli attentati kamikaze di Al Qaeda contro le ambasciate Usa in Kenya e Tanziania nel 1998. Rispettato da suoi uomini quanto Osama bin Laden, efferato nelle sue azoni come il defunto Abu Musab al Zarqawi ed abile a sfuggire ad una taglia da 25 milioni di dollari dell'Fbi al pari del'ideologo della Jihad Ayman al-Zawahiri,piumini moncler, Mugniyah ha in più il fatto di poter contare sul sostegno di uno Stato come l'Iran che - secondo i servizi occidentali - gli garantisce sostegno logistico, finanziamento ed addestramento per i miliziani degli Hezbollah destinati a mettere a segno le azioni più delicate, come sarebbe avvenuto nel 1992 e 1994 con il duplice attentato a Buenos Aires contro l'ambasciata israeliana (29 morti) e il Centro ebraico (86 morti). Ricercato anche in Argentina, inserito nella lista dei terroristi dell'Unione Europea e braccato dalle forze speciali americane Mugniyah,moncler outlet, secondo il &laquo,gucci borse;New Yorker», avrebbe partecipato ad un recente incontro fra i presidenti di Iran e Siria e sarebbe la vera mente strategica degli Hezbollah,gucci outlet, lasciando a Nasrallah il ruolo politico. Quando dunque Bush parla di scontro fra «il terrore e la libert&agrave,giubbotti moncler;» cela la convinzione della maggioranza degli americani che gli Hezbollah di Mugniyah sono nemici al pari di Al Qaeda. Da qui le mosse dela Casa Bianca per indebolire Teheran - come avvenuto ieri con le sanzioni a sette ditte russe, nordocreane,moncler outlet, indiane e cubane che esportano armi in Iran - come anche le pressione sul governo di Gerusalemme affinché porti fino in fondo l'offensiva in Libano. A svelare l'umore che circola al Pentagono è stato Norman Schwarzkopf, il generale che guidò la Guerra del Golfo, aflermando: «L'unico che può perdonare gli Hezbollah è Dio e Israele sta organizzando l'incontro». «Finalmente Israele si è messa a combattere, gli Hezbollah devono essere devastati ed i loro sogni di gloria distrutti» ha scritto il commentatore Ralph Peters sul «New York Post» mentre il «Wall Street Journal» ha dedicato un editoriale alla tesi: «Bush sta dicendo ad Olmert che deve finire quanto ha iniziato con gli HezRelated articles:

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